traduzione CEI

            Un brano a "caso"

 

 

 

        Introduzione

     Poiché molti hanno cercato di raccontare
con ordine gli avvenimenti che si 
sono compiuti
in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi
coloro che ne furono testimoni oculari fin da
principio e divennero ministri della Parola, così
anch’ioho deciso di fare ricerche accurate su
ogni circostanza, fin dagli inizi, e discriverne
un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo,
in modo che tu possarenderti conto della
solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 
 
 
 
 
 
1   Al tempo di Erode, re della Giudea, vi
era un sacerdote di nome
Zaccaria, della
classe di Abia, che aveva in moglie una
discendente di Aronne, di nome Elisabetta.
Ambedue erano giusti davanti a Dio e
osservavano irreprensibili tutte le leggi e
le prescrizioni del Signore. Essi non avevano
figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e
due erano avanti negli anni. Avvenne che,
mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni
sacerdotali davanti al Signore durante il
turno della sua classe, gli toccò in sorte,
secondo l’usanza del servizio sacerdotale,
di entrare nel tempio del Signore per fare
l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta
l’assemblea del popolo stava pregando
nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un
angelo del Signore, ritto alla destra dell’
altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria
si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo 
gli disse: «Non temere, Zaccaria,la tua
preghiera è stata esaudita e tua moglie 
Elisabetta ti darà un figlio,e tu lo
chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed
esultanza, e molti si rallegreranno della sua
nascita, perché egli sarà grande davanti
al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti,
sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno
di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele
al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi
a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per
ricondurre i cuori dei padri versoi figli e i
ribelli alla saggezza dei giusti e preparare
al Signore un popolo bendisposto».
Zaccaria disse all’angelo:
«Come potrò mai conoscere questo?
Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni».
L’angelo gli rispose: 
«Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e
sono stato mandato a parlarti e a portarti
questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai
muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto
alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». 
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e
si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.
Quando poi uscì e non poteva parlare loro,
capirono che nel tempio aveva avuto una
visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. 
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie,
concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e
diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore,
nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia
vergogna fra gli uomini». 
 
                                             ----capitolo 1----
 
 
     
       Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu
mandato da Dio 
in una città della Galilea, 
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa
sposa di un uomo della casa di Davide, di
nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: 
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 
A queste parole ella fu molto turbata e si
domandava che senso avesse un  saluto come questo.
L’angelo le disse:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai
alla luce e lo chiamerai  Gesù. Sarà grande e verrà
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio
gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà
per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno
non avrà fine». 
Allora Maria disse all’angelo:
«Come avverrà questo, poiché non conosco 
uomo?».
Le rispose l’angelo:
«Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza 
dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò
colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente,
nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un
figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta 
sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse:
«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo
la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.

                                               -------capitolo 1--------
 
 
   In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta
verso la regione montuosa, in 
una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto
del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il
tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino
ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata
colei che ha creduto nell’adempimento di ciò
che il Signore le ha detto». 
 
                                           ----capitolo 1----
 
 
            Allora Maria disse: 
 
«L’anima mia magnifica il Signore 
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 
perché ha guardato l’umiltà della sua serva. 
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente 
e Santo è il suo nome; 
di generazione in generazione la sua misericordia 
per quelli che lo temono. 
Ha spiegato la potenza del suo braccio, 
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 
ha rovesciato i potenti dai troni, 
ha innalzato gli umili; 
ha ricolmato di beni gli affamati, 
ha rimandato i ricchi a mani vuote. 
Ha soccorso Israele, suo servo, 
ricordandosi della sua misericordia, 
come aveva detto ai nostri padri, 
per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 
 
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò
a casa sua.

                                           ----capitolo 1----
 
 
 
  Per Elisabetta intanto si compì il tempo del
parto e diede alla luce un figlio. 
I vicini e i
parenti udirono che il Signore aveva manifestato
in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano
con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere
il bambino e volevano chiamarlo con il nome di
suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne:
«No, si chiamerà Giovanni». Le dissero :«Non c’è
nessuno della tua parentela che si chiami con 
questo nome».Allora domandavano con cenni
a suo padre come voleva che si chiamasse.
Egli chiese una tavoletta e scrisse:
«Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì
la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava
benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi
da timore, e per tutta la regione montuosa della
Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti
coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro,
 dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». 
E davvero la mano del Signore era con lui. 
 
                                           ----capitolo 1----
 
     
     Zaccaria, suo padre, fu colmato di
Spirito Santo e profetò dicendo: 
 
 
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, 
perché ha visitato e redento il suo popolo, 
e ha suscitato per noi un Salvatore potente 
nella casa di Davide, suo servo, 
come aveva detto 
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 
salvezza dai nostri nemici, 
e dalle mani di quanti ci odiano. 
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri 
e si è ricordato della sua santa alleanza, 
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, 
di concederci, liberati dalle mani dei nemici, 
di servirlo senza timore, in santità e giustizia 
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo 
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza 
nella remissione dei suoi peccati. 
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, 
ci visiterà un sole che sorge dall’alto, 
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre 
e nell’ombra di morte, 
e dirigere i nostri passi 
sulla via della pace». 
 
Il bambino cresceva e si fortificava
nello spirito. Visse in regioni deserte fino 
al giorno della sua manifestazione a Israele. 

                                           ----capitolo 1----




 
 
 
 
2        In quei giorni un decreto di Cesare
Augusto ordinò che si facesse
il censimento
di tutta la terra. Questo primo censimento
fu  fatto quando Quirinio era governatore
della Siria. Tutti andavano a farsi censire,
ciascunonella propria città. Anche Giuseppe,
dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì
in Giudea alla città di Davide chiamata
Betlemme: egli apparteneva infatti alla
casa e alla famiglia di Davide. Doveva
farsi censire insieme a Maria, sua sposa,
che era incinta. Mentre si trovavano in
quel luogo, si compirono per lei i giorni del
parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito,
lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c’era posto nell’alloggio. 
 
                                      ----capitolo 2----
 
     C’erano in quella regione alcuni pastori
che, pernottando all’aperto, 
vegliavano
tutta la notte facendo la guardia al loro
gregge. Un angelo del Signore si presentò a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande timore, ma
l’angelo disse loro:
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande 
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella
città di Davide, è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore. Questo per voi il segno :
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia». E subito
apparve con l’angelo una moltitudine
dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 
 
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli 
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». 
 
Appena gli angeli si furono allontanati
da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un
l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme,
vediamo questo avvenimento che il Signore
ci ha fatto conoscere». Andarono, senza
indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo 
averlo visto, riferirono ciò che del bambino
era stato detto loro. Tutti quelli che udivano
si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste
cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per
tutto quello che avevano udito e visto,
com’era stato detto loro. 
 
                                     ----capitolo 2----
 
     Quando furono compiuti gli otto giorni
prescritti per la circoncisione, gli fu 
messo nome
Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima
che fosse concepito nel grembo. 
 
                                    ----capitolo 2----
 
     Quando furono compiuti i giorni della
loro purificazione rituale, secondo la 
legge
di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme
per presentarlo al Signore – come è scritto nella
legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà
sacro al  Signore – e per offrire in sacrificio una
coppia di tortore o due giovani colombi, come
prescrive la legge del Signore. 
 
                                   ----capitolo 2----
 
     Ora a Gerusalemme c’era un uomo
di nome Simeone, uomo giusto e pio, che 
aspettava la consolazione d’Israele, e lo
Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo
gli aveva preannunciato che non avrebbe
visto la morte senza prima aver veduto
il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito,
si recò al tempio e, mentre i genitori vi
portavano il bambino Gesù per fare ciò
che la Legge prescriveva a suo riguardo,
anch’egli lo accolse tra le braccia e
benedisse Dio, dicendo: 
 
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo 
vada in pace, secondo la tua parola, 
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 
preparata da te davanti a tutti i popoli: 
luce per rivelarti alle genti 
e gloria del tuo popolo, Israele». 
 
                                      ----capitolo 2----
 
     
     Il padre e la madre di Gesù si stupivano
 delle cose che si dicevano di lui. 

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre,
disse:
«Ecco, egli è qui per la caduta e  la
risurrezione di molti in Israele e come segno
di contraddizione – e anche a te una spada
trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati
i pensieri di molti cuori». 
                              
                                              ----capitolo 2----
 
  C’era anche una profetessa, Anna,
figlia di Fanuele, della tribù di Aser.
Era 
molto avanzata in età, aveva
vissuto con il marito sette anni dopo
il suo matrimonio, era poi rimasta
vedova e ora aveva ottantaquattro
anni. Non si allontanava mai dal
tempio, servendo Dio notte e giorno
con digiuni e preghiere. 
Sopraggiunta in quel momento, si
mise anche lei a lodare Dio e parlava
del bambino a quanti aspettavano
la redenzione di Gerusalemme. 
 
                                                ----capitolo 2----
 
    Quando ebbero adempiuto ogni
cosa secondo la legge del Signore, fecero 
ritorno in Galilea, alla loro città di
Nàzaret. Il bambino cresceva e si
fortificava, pieno di sapienza, e la
grazia di Dio era su di lui. 
 
                                    ----capitolo 2----
 
       suoi genitori si recavano ogni
anno a Gerusalemme per la festa di
Pasqua. 
Quando egli ebbe dodici anni,
vi salirono secondo la consuetudine
della festa. Ma, trascorsi i giorni,
mentre riprendevano la via del ritorno,
il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme,
senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendo che egli fosse nella comitiva,
fecero una giornata di viaggio e poi si
misero a cercarlo tra i parenti e i
conoscenti ; non avendolo trovato,
tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio,
seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava. E tutti
quelli che l’udivano erano pieni di
stupore per la sua intelligenza e le sue
risposte. Al vederlo restarono stupiti, e
sua madre gli disse:
«Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo».
Ed egli rispose loro:
 «Perché mi cercavate? Non sapevate
che io devo occuparmi delle cose del
 Padre mio?».
Ma essi non compresero ciò che
aveva detto loro. 
 
                                    ----capitolo 2----
 
     Scese dunque con loro e venne a
Nàzaret e stava loro sottomesso.
Sua madre custodiva tutte queste
cose nel suo cuore. E Gesù cresceva
in sapienza, età e grazia davanti a
Dio e agli uomini. 
 
                                  ----capitolo 2----
 
 
3     Nell’anno quindicesimo dell’impero
di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato 
era governatore della Giudea, Erode
tetrarca della Galilea, e Filippo, suo
fratello, tetrarca dell’Iturea e della
Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’
Abilene, sotto i sommi sacerdoti
Anna e Caifa, la parola di Dio venne
su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel
deserto. Egli percorse tutta la regione
del Giordano, predicando un battesimo
di conversione per il perdono dei peccati,
com’è scritto nel libro degli oracoli del
profeta Isaia: 
 
Voce di uno che grida nel deserto: 
Preparate la via del Signore, 
raddrizzate i suoi sentieri! 
Ogni burrone sarà riempito, 
ogni monte e ogni colle sarà abbassato; 
le vie tortuose diverranno diritte 
e quelle impervie, spianate. 
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! 
 
Alle folle che andavano a farsi battezzare
da lui, Giovanni diceva:
«Razza di vipere, chi vi ha fatto credere
di poter sfuggire all’ira imminente? Fate
dunque frutti degni della conversione e
non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo
Abramo per padre!”. Perché io vi dico
che da queste pietre Dio può suscitare
figli ad Abramo. Anzi, già la scure è
posta alla radice degli alberi; perciò ogni
albero che non dà buon frutto viene tagliato
e gettato nel fuoco». 
Le folle lo interrogavano: «Che cosa
dobbiamo fare?».
Rispondeva loro: 
«Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha,
e chi ha da mangiare faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi
battezzare e gli chiesero: 
«Maestro, che cosa dobbiamo fare?».
Ed egli disse loro:
«Non esigete nulla di più di quanto vi è stato
fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati:
«E noi, che cosa dobbiamo fare?».
Rispose loro:
«Non maltrattate e non estorcete niente a 
nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». 
Poiché il popolo era in attesa e tutti,
riguardo a Giovanni, si domandavano 
in cuor loro se non fosse lui il Cristo,
Giovanni rispose a tutti dicendo:
«Io vi battezzo con acqua; ma viene colui
che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi
battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Tiene in mano la pala per pulire la sua
aia e per raccogliere il frumento nel suo
granaio;ma brucerà la paglia con un fuoco
inestinguibile». 
Con molte altre esortazioni Giovanni
evangelizzava il popolo. 
 
                                 ----capitolo 3----
 
    Ma il tetrarca Erode, rimproverato da lui
a causa di Erodìade, moglie di suo 
fratello, e
per tutte le malvagità che aveva commesso,
aggiunse alle altre anche questa: fece
rinchiudere Giovanni in prigione. 
 
                                 ----capitolo 3----
 
        Ed ecco, mentre tutto il popolo
veniva battezzato e Gesù, ricevuto
anche lui  i
l battesimo, stava in
preghiera, il cielo si aprì e discese sopra
di lui lo Spirito Santo in forma corporea,

come una colomba, e venne una voce dal
cielo:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho
posto il mio compiacimento». 
 
                                       ----capitolo 3----
 
    Gesù, quando cominciò il suo
 ministero, aveva circa trent’anni
ed era figlio, 
come si riteneva,
di Giuseppe,
figlio di Eli,
figlio di Mattat,
figlio di Levi,
figlio di Melchi,
figlio di Innai,
figlio di Giuseppe,
figlio di Mattatia,
figlio di Amos,
figlio di Naum,
figlio di Esli,
figlio di Naggai,
figlio di Maat,
figlio di Mattatia,
figlio di Semein,
figlio di
Iosec,
figlio di Ioda,
figlio di Ioanàn,
figlio di Resa,
figlio di 
Zorobabele,
figlio di Salatièl,
figlio di Neri,
figlio di Melchi,
figlio di Addi,
figlio di Cosam,
figlio di Elmadàm,
figlio di Er,
figlio di Gesù,
figlio di Elièzer,
figlio di Iorim,
figlio di Mattat,
figlio di Levi,
figlio di Simeone,
figlio di Giuda,
figlio di Giuseppe,
figlio di Ionam,
figlio di Eliachìm,
figlio di Melea,
figlio di Menna,
figlio di Mattatà,
figlio di Natam,
figlio di Davide,
figlio di Iesse,
figlio di Obed,
figlio di Booz,
figlio di Sala,
figlio di Naassòn,
figlio di Aminadàb,
figlio di Admin,
figlio di Arni,
figlio di Esrom,
figlio di Fares,
figlio di Giuda,
figlio di Giacobbe,
figlio di Isacco,
figlio di Abramo,
figlio di Tare,
figlio di Nacor,
figlio di Seruc,
figlio di Ragàu,
figlio di Falek,
figlio di Eber,
figlio di Sala,
figlio di Cainam,
figlio di Arfacsàd,
figlio di Sem,
figlio di Noè,
figlio di Lamec,
figlio di Matusalemme,
figlio di Enoc,
figlio di Iaret,
figlio di Maleleèl,
figlio di Cainam,
figlio di Enos,
figlio di Set,
figlio di Adamo,
figlio di Dio. 
 
                                   ----capitolo 3----
 
 
4      Gesù, pieno di Spirito Santo,
si allontanò dal Giordano ed era
guidato
dallo Spirito nel deserto, per quaranta
giorni, tentato dal diavolo.
Non mangiò nulla in quei giorni, ma
quando furono terminati, ebbe fame.
Allora il diavolo gli disse: 
«Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa
 pietra che diventi pane». 
Gesù gli rispose: 
«Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo». 
Il diavolo lo condusse in alto,
gli mostrò in un istante tutti
i regni della terra e gli disse:
«Ti darò tutto questo potere e
la loro gloria, perché a me è
stata data e io la do a chi
voglio. Perciò, se ti prostrerai
in adorazione dinanzi a me,
tutto sarà tuo». 
Gesù gli rispose:
«Sta scritto:
Il Signore, Dio tuo,
adorerai: a lui solo renderai culto
». 
Lo condusse a Gerusalemme, lo
pose sul punto più alto del
tempio e gli disse:
«Se tu sei Figlio di Dio, gèttati
giù di qui ; sta scritto infatti: 
Ai suoi angeli darà ordini a tuo
riguardo affinché essi ti
custodiscano ; 
e anche : 
Essi ti porteranno sulle
 loro mani 
perché il tuo
piede non inciampi in
una pietra
». 
Gesù gli rispose:
«È stato detto : Non metterai alla
prova il Signore Dio tuo
». 
Dopo aver esaurito ogni tentazione,
il diavolo si allontanò da lui fino al 
momento fissato. 
 
                               ----capitolo 4----
 
 
 
     Gesù ritornò in Galilea con la
potenza dello Spirito e la sua fama
si diffuse in 
tutta la regione. Insegnava
nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

                              ----capitolo 4----

 
 

   
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto,
e secondo il suo solito, di sabato, entrò 
nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia ;
aprì il rotolo e trovò il passo dove era
scritto: 
 Lo Spirito del Signore è sopra di me; 
per questo mi ha consacrato con l’unzione 
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto
annuncio, a proclamare ai prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; 
a rimettere in libertà gli oppressi, 
a proclamare l’anno di grazia del Signore.
 
 Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò
all’inserviente e sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi
su di lui. Allora cominciò a dire loro:
«Oggi si è compiuta questa
Scrittura che voi avete ascoltato». 
 Tutti gli davano testimonianza ed
erano meravigliati delle parole di grazia 
che uscivano dalla sua bocca e
dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose loro:
«Certamente voi mi citerete questo proverbio:
 “Medico, cura te stesso. Quanto
abbiamo udito che accadde a Cafàrnao,
fallo anche qui, nella tua patria!”».
Poi aggiunse:
«In verità io vi dico: nessun profeta è
bene accetto nella sua patria. Anzi, in
verità io vi dico: c’erano molte vedove
in Israele al tempo di Elia, quando il
cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi
e ci fu una grande carestia in 
tutto il
paese; ma a nessuna di esse fu mandato
Elia, se non a una vedova a 
Sarepta di
Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele
al tempo del profeta Eliseo; 
ma nessuno
di loro fu purificato, se non Naamàn,
il Siro». 
 All’udire queste cose, tutti nella
sinagoga si riempirono di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori
della città e lo condussero fin
sul ciglio del monte, sul quale era
costruita la loro città, per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si
mise in cammino. 

                                      ----capitolo 4----





   
Poi scese a Cafàrnao, città della
Galilea, e in giorno di sabato insegnava
alla  
gente. Erano stupiti del suo
insegnamento perché la sua parola
aveva autorità. Nella sinagoga c’era un
uomo che era posseduto da un demonio
impuro; 
cominciò a gridare forte:
«Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?
Sei venuto a 
rovinarci? Io so chi tu sei :
il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!».
E il demonio lo gettò a terra in mezzo
alla gente e uscì da lui, senza fargli
alcun male. Tutti furono presi da
timore e si dicevano l’un l’altro:
«Che parola è mai questa, che
comanda con autorità e
potenza agli spiriti impuri ed
essi se ne vanno?».
E la sua fama si diffondeva in ogni
luogo della regione circostante. 
 

                                   ----capitolo 4----



   Uscito dalla sinagoga, entrò nella
casa di Simone. La suocera di Simone
era 
in preda a una grande febbre e
lo pregarono per lei. Si chinò su di lei,
comandò alla febbre e la febbre la lasciò.
E subito si alzò in piedi e li serviva. 
 Al calar del sole, tutti quelli che
avevano infermi affetti da varie
malattie li 
condussero a lui. Ed egli,
imponendo su ciascuno le mani, li
guariva. Da molti uscivano anche
demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li minacciava e non li lasciava
parlare, perché sapevano che era lui
il Cristo. 
Sul far del giorno uscì e
si recò in un luogo deserto. Ma le folle
lo cercavano, 
lo raggiunsero e tentarono
di trattenerlo perché non se ne andasse
via. Egli però disse loro:
«È necessario che io annunci la buona
notizia del regno di Dio anche 
alle altre
città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe
della Giudea. 

                                    ----capitolo 4----


 


5
    Mentre la folla gli faceva ressa
attorno per ascoltare la parola di Dio,
Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret,
vide due barche accostate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e
lo  pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla
barca. Quando ebbe finito di parlare,
disse a Simone:
 «Prendi il largo e gettate le 
vostre reti per la pesca».
Simone rispose:
«Maestro, abbiamo faticato
tutta la notte e non abbiamo
preso nulla; ma sulla tua parola
getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità
enorme di pesci e le loro reti quasi
si rompevano. Allora fecero cenno
ai compagni dell’altra barca, che
venissero ad aiutarli. Essi vennero
e riempirono tutte e due le barche
fino a farle quasi affondare. Al
vedere questo, Simon Pietro si
gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:
«Signore, allontànati da me, perché
sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso
lui e tutti quelli che erano con lui,
per la pesca che avevano fatto;
così pure Giacomo e Giovanni,
figli di Zebedeo, che erano soci
di Simone. Gesù disse a Simone:
«Non temere; d’ora in poi sarai
pescatore di uomini».
 E, tirate le barche a terra,
lasciarono tutto e lo seguirono. 

                                                 ----capitolo 5----
 
 

   M
entre Gesù si trovava in una
 città, ecco, un uomo coperto di lebbra
lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo:
 «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Gesù tese la mano e lo toccò dicendo:
 «Lo voglio, sii purificato!».
E immediatamente la lebbra
scomparve da lui..
Gli ordinò di non dirlo a nessuno:
«Va’ invece a mostrarti al sacerdote
e fa’ l’offerta per la tua purificazione,
come Mosè ha prescritto, a testimonianza
per loro».
Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose
venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle
loro malattie.Ma egli si ritirava in luoghi
deserti a pregare.

                                                ----capitolo 5----
 
 
 

    U
n giorno stava insegnando.
Sedevano là anche dei farisei e maestri
della Legge, venuti da ogni villaggio
della Galilea e della Giudea, e da
Gerusalemme. E la potenza del Signore
gli faceva operare guarigioni. Ed ecco,
alcuni uomini, portando su un letto un
uomo che era paralizzato, cercavano di
farlo entrare e di metterlo davanti
a lui. Non trovando da quale parte
farlo entrare a causa della folla,
salirono sul tetto e, attraverso le
tegole, lo calarono con il lettuccio
davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse:
«Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati».
Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere,
dicendo: 
«Chi è costui che dice bestemmie?
Chi può perdonare i peccati, se non Dio 
soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti,
rispose:
«Perché pensate così nel vostro cuore?
Che cosa è più facile:
dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, 
oppure dire “Àlzati e cammina”?
Ora, perché sappiate che il Figlio
dell’uomo ha il potere sulla terra
di perdonare i peccati, dico a
te – disse al paralitico –: àlzati, 
prendi il tuo lettuccio e torna a
casa tua».
Subito egli si alzò davanti a loro,
prese il lettuccio su cui era disteso
e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e
davano gloria a Dio; pieni di timore
dicevano:
«Oggi abbiamo visto cose prodigiose». 

                                                        ----capitolo 5----
 
  

     D
opo questo egli uscì e vide
un pubblicano di nome Levi, seduto,
al banco delle imposte, e gli disse:
«Seguimi!».
Ed egli, lasciando tutto, si alzò e
lo seguì. 

                                                      
----capitolo 5----
 

   
    
Poi Levi gli preparò un grande
banchetto nella sua casa. C’era una
folla numerosa di pubblicani e di
altra gente, che erano con loro a
tavola. I farisei e i loro scribi
mormoravano e dicevano ai suoi
discepoli : «Come mai mangiate e 
bevete insieme ai pubblicani e ai
peccatori?».
Gesù rispose loro:
«Non sono i sani che hanno bisogno
del medico, ma i malati ;io non sono
venuto a chiamare i giusti, ma i
peccatori perché si convertano». 

                                                     
----capitolo 5----
 

   A
llora gli dissero:
«I discepoli di Giovanni digiunano
spesso e fanno preghiere, così pure
i discepoli dei farisei ; i tuoi invece
mangiano e bevono!». 
Gesù rispose loro:
«Potete forse far digiunare gli
invitati a nozze quando lo sposo 
è con loro? Ma verranno giorni
quando lo sposo sarà loro tolto :
allora in quei giorni digiuneranno». 
 Diceva loro anche una parabola:
«Nessuno strappa un pezzo da
un vestito nuovo per metterlo su
un vestito vecchio; altrimenti il
nuovo lo strappa e al vecchio 
non si adatta il pezzo preso dal
nuovo. E nessuno versa vino
nuovo in otri vecchi; altrimenti
il vino nuovo spaccherà gli otri,
si spanderà e gli otri andranno
perduti. Il vino nuovo bisogna
versarlo in otri nuovi. Nessuno
poi che beve il vino vecchio
desidera il nuovo, perché dice:
“Il vecchio è gradevole!”». 

                                                    ----capitolo 5----
 


Un sabato Gesù passava fra
campi di grano e i suoi discepoli
coglievano e mangiavano le spighe,
sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero:
 «Perché fate in giorno di sabato
quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro:
«Non avete letto quello che fece
Davide, quando lui e i suoi
compagni ebbero fame?
Come entrò nella casa di Dio,
prese i pani dell’offerta,
ne mangiò e ne diede ai suoi 
compagni, sebbene non sia
lecito mangiarli se non ai soli
sacerdoti?».
E diceva loro:
«Il Figlio dell’uomo è signore del
sabato
».

                                              
----capitolo 6----


      
Un altro sabato egli entrò
nella sinagoga e si mise a insegnare.
C’era là un uomo che aveva la mano
destra paralizzata. Gli scribi e i farisei
lo osservavano per vedere se lo guariva
in giorno di sabato, per trovare di che
accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro
pensieri e disse all’uomo che aveva la
 mano paralizzata:
«Àlzati e mettiti qui in mezzo!».
Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro:
«Domando a voi: in giorno di sabato,
è lecito fare del bene o fare del male,
salvare una vita o sopprimerla?».
E guardandoli tutti intorno, disse
all’uomo:
«Tendi la tua mano!». 
Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera,
si misero a discutere tra loro su
quello che avrebbero potuto fare
a Gesù. 

                                            ----capitolo 6----
 
 
     I
n quei giorni egli se ne andò
sul monte a pregare e passò tutta
la notte pregando Dio. Quando fu
giorno, chiamò a sé i suoi discepoli
e ne scelse dodici, ai quali diede
anche il nome di apostoli :

Simone, al quale diede anche il nome di Pietro;
Andrea, suo fratello;
Giacomo,
Giovanni,
Filippo,
Bartolomeo,
Matteo, 
Tommaso;
Giacomo, figlio di Alfeo;
Simone, detto Zelota;
Giuda, figlio di Giacomo;
e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. 

                                              ----capitolo 6----
 
    

    
Disceso con loro, si fermò in un
luogo pianeggiante. C’era gran folla
di suoi discepoli e gran moltitudine
di gente da tutta la Giudea, da
Gerusalemme e dal litorale di Tiro e
 di Sidone, che erano venuti per
ascoltarlo ed essere guariti dalle loro
malattie; anche quelli che erano
tormentati da spiriti impuri venivano
guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo,
perché da lui usciva una forza che guariva
tutti. 

                                            ----capitolo 6----
 


      
Ed egli, alzàti gli occhi verso
i suoi discepoli, diceva: 
«Beati voi, poveri, 
perché vostro è il regno di Dio. 
Beati voi, che ora avete fame, 
perché sarete saziati. 
Beati voi, che ora piangete, 
perché riderete. 
Beati voi, quando gli uomini vi
odieranno e quando vi metteranno
al bando e vi insulteranno e
disprezzeranno il vostro nome come 
infame, a causa del Figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate
perché, ecco, la vostra ricompensa è
grande nel cielo. Allo stesso modo
infatti agivano i loro padri con i profeti. 

                              ----capitolo 6----


     Ma guai a voi, ricchi, 
perché avete già ricevuto la
vostra consolazione. 
Guai a voi, che ora siete sazi, 
perché avrete fame. 
Guai a voi, che ora ridete, 
perché sarete nel dolore e piangerete. 
Guai, quando tutti gli uomini diranno
bene di voi. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i falsi profeti. 

                          ----capitolo 6----


      Ma a voi che ascoltate,
io dico: amate i vostri nemici,
fate del bene a quelli che vi
odiano, benedite coloro che
vi maledicono, pregate per
coloro che vi trattano male.
A chi ti percuote sulla guancia,
offri anche l’altra; a chi ti strappa
il mantello, non rifiutare neanche
la tunica.Da’ a chiunque ti chiede,
e a chi prende le cose tue, non
chiederle indietro. E come volete
che gli uomini facciano a voi,
così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano,
quale gratitudine vi è dovuta?
Anche i peccatori amano quelli
che li amano. E se fate del
bene a coloro che fanno del bene
 a voi, quale gratitudine vi è
dovuta? Anche i peccatori fanno
lo stesso. E se prestate a coloro 
da cui sperate ricevere, quale
gratitudine vi è dovuta? Anche i
peccatori concedono prestiti ai
peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate 
del bene e prestate senza sperarne
nulla, e la vostra ricompensa sarà
grande e sarete figli dell’Altissimo,
perché egli è benevolo verso gli ingrati
e i malvagi.. Siate misericordiosi,
come il Padre vostro è misericordioso.

                                  ----capitolo 6----
     

      N
on giudicate e non sarete giudicati;
non condannate e non sarete condannati;
perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata,
colma e traboccante vi sarà versata nel grembo,
perché con la misura con la quale misurate,
sarà misurato a voi in cambio». 
 Disse loro anche una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? 
 Non cadranno tutti e due in un fosso?
Un discepolo non è più del maestro; ma 
 ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo
maestro. 

                                ----capitolo 6----
 


     Perché guardi la pagliuzza
che è nell’occhio del tuo fratello
e non ti accorgi della trave che è nel
tuo occhio?
Come puoi dire al tuo fratello:
“Fratello, lascia che tolga la pagliuzza
che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso
non vedi la trave che è nel tuo occhio?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo
occhio e allora ci vedrai bene per
togliere la pagliuzza dall’occhio del
tuo fratello. 

                                ----capitolo 6----
     

       N
on vi è albero buono che
produca un frutto cattivo, né vi è
d’altronde albero cattivo che produca
un frutto buono. Ogni albero infatti
si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono
fichi dagli spini, né si vendemmia uva da
un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro
del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo
dal suo cattivo tesoro trae fuori il male:
la sua bocca infatti esprime ciò che dal
cuore sovrabbonda.

                            ----capitolo 6----

 


        Perché mi invocate:
“Signore, Signore!” e non fate quello che dico? 
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e
le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile:
è simile a un uomo che, costruendo una casa,
ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta
 sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì 
quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché
era costruita bene. Chi invece ascolta e non
mette in pratica, è simile a un uomo che ha
costruito una casa sulla terra, senza fondamenta.
Il fiume la investì e subito crollò;
e la distruzione di quella casa fu
grande». 

                            ----capitolo 6----
 


7      Quando ebbe terminato di rivolgere
tutte le sue parole al popolo che stava in 
ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e
stava
 per morire. Il centurione l’aveva molto
caro.
Perciò, avendo udito parlare di Gesù,
 gli mandò alcuni anziani dei Giudei a
pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 
Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano
con insistenza:
«Egli merita che tu gli conceda
quello che chiede – dicevano –,
perché ama il nostro popolo ed è stato
lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro.
Non era ormai molto distante dalla
casa, quando il centurione mandò
alcuni amici a dirgli:
«Signore, non disturbarti! Io non sono
degno che tu entri sotto il mio tetto;
per questo io stesso non mi sono ritenuto
degno di venire da te; ma di’ una parola e
il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti
sono nella condizione di subalterno e ho
dei soldati 
sotto di me e dico a uno:
“Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”,
ed egli viene; e al  mio servo: “Fa’ questo!”,
 ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, 
volgendosi alla folla che lo seguiva,
disse:
«Io vi dico che neanche in Israele
ho trovato una fede così grande!».
E gli inviati, quando tornarono a
casa, trovarono il servo guarito. 

                                     ----capitolo 7----
 


    
 In seguito Gesù si recò in una città
chiamata Nain, e con lui camminavano i 
suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, 
veniva portato alla tomba un morto, unico
figlio di una madre rimasta vedova; e 
molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande 
compassione per lei e le disse:
«Non piangere!».
Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori
si fermarono. Poi disse:
 «Ragazzo, dico a te, àlzati!».
Il morto si mise seduto e cominciò a parlare.
Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano
Dio, dicendo:
«Un grande profeta è sorto tra noi»,  
e:
 «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta
quanta la Giudea e in tutta la regione
circostante.

                                    ----capitolo 7----
 


     Giovanni fu informato dai suoi
discepoli di tutte queste cose. Chiamati 
quindi due di loro, Giovanni  li mandò
a dire al Signore: «Sei tu colui che deve 
venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: 
«Giovanni il Battista ci ha mandati
da te per domandarti: “Sei tu colui che deve 
venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì 
molti da malattie, da infermità,
da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.
Poi diede loro questa risposta:
 «Andate e riferite a Giovanni ciò
che avete visto e udito: 
i ciechi riacquistano la vista,
gli zoppi camminano,
i lebbrosi sono purificati,
i sordi odono,
i morti risuscitano,
ai poveri è annunciata la buona notizia.
E beato è colui che non trova in me motivo
di scandalo!». 

                                          ----capitolo 7----
 
  

    Q
uando gli inviati di Giovanni
furono partiti, Gesù si mise a parlare di 
Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna sbattuta dal vento?
Allora, che cosa siete andati a
vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso?
Ecco, quelli che portano vesti sontuose e
vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.
Ebbene, che cosa siete andati a vedere?
Un profeta?
Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta.
Egli è colui del quale sta scritto: 
 
Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, 
davanti a te egli preparerà la tua via. 
 
Io vi dico: fra i nati da donna non vi
è alcuno più grande di Giovanni,
ma il più piccolo nel regno di Dio è
più grande di lui. 
Tutto il popolo che lo ascoltava, e
anche i pubblicani, ricevendo il battesimo 
di Giovanni, hanno riconosciuto che
Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della 
Legge, non facendosi battezzare da lui,
hanno reso vano il disegno di Dio su di loro.

                                            ----capitolo 7----
 
 
      

       A
chi dunque posso paragonare
la gente di questa generazione? A chi è 
simile? È simile a bambini che, seduti in
piazza, gridano gli uni agli altri così: 
 
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, 
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. 
 
È venuto infatti Giovanni il Battista,
che non mangia pane e non beve vino,
e voi dite: “È indemoniato”. È venuto
il Figlio dell’uomo, che mangia e beve,
e voi dite: “Ecco un mangione e un
beone, un amico di pubblicani e di
peccatori!”. Ma la Sapienza è stata
riconosciuta giusta da tutti i suoi figli.

                                          ----capitolo 7----
 
  

    U
no dei farisei lo invitò a mangiare
da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e 
si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una
peccatrice di quella città, saputo che si 
trovava nella casa del fariseo, portò un
vaso di profumo; stando dietro, presso i 
piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi 
capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato
disse tra sé: «Se costui fosse un profeta,
saprebbe chi è, e di quale genere è la donna
che lo tocca: è una peccatrice!». 
 Gesù allora gli disse:
«Simone, ho da dirti qualcosa».
Ed egli rispose:
 «Di’ pure, maestro».
«Un creditore aveva due debitori:
uno gli doveva cinquecento denari,
l’altro cinquanta. Non avendo essi
di che restituire, condonò il debito a 
tutti e due. Chi di loro dunque lo
amerà di più?».
Simone rispose:
«Suppongo sia colui al quale ha
condonato di più».
Gli disse Gesù:
«Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse
a Simone:
«Vedi questa donna? Sono entrato in 
casa tua e tu non mi hai dato l’acqua
per i piedi; lei invece mi ha bagnato i
piedi con le lacrime e li ha asciugati
con i suoi capelli. Tu non mi hai dato
un bacio; lei invece, da quando sono
entrato, non ha cessato di baciarmi i
piedi. Tu non hai unto con olio il mio
capo; lei invece mi ha cosparso i piedi
di profumo. Per questo io ti dico:
sono perdonati i suoi molti peccati,
perché ha molto amato.
Invece colui al quale si perdona poco,
ama poco».
Poi disse a lei:
 «I tuoi peccati sono perdonati».
Allora i commensali cominciarono a dire
tra sé:
«Chi è costui che perdona anche i peccati?».
Ma egli disse alla donna:
«La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». 

                                              ----capitolo 7----
 


8      In seguito egli se ne andava
per città e villaggi, predicando e
annunciando la buona notizia del
regno di Dio. C’erano con lui i Dodici
e alcune donne che erano state
guarite da spiriti cattivi e da infermità:
Maria, chiamata Maddalena, dalla 
quale erano usciti sette demòni;
Giovanna, moglie di Cuza,
amministratore di Erode;
Susanna e molte altre, che li
servivano con i loro beni. 

                                         ----capitolo 8----
 


     
Poiché una grande folla si
radunava e accorreva a lui gente
da ogni città, Gesù disse con una parabola:
«Il seminatore uscì a seminare il suo seme.
Mentre seminava, una parte cadde lungo
la strada e fu calpestata, e gli uccelli del
cielo la mangiarono. Un’altra parte
cadde sulla pietra e, appena germogliata,
seccò per mancanza di umidità.
Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e
i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono.
Un’altra parte cadde sul terreno buono, 
germogliò e fruttò cento volte tanto».
Detto questo, esclamò:
«Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 
 I suoi discepoli lo interrogavano
sul significato della parabola.
Ed egli disse:
 «A voi è dato conoscere
i misteri del regno di Dio,
ma agli altri solo con parabole, 
affinché 
 
vedendo non vedano 
e ascoltando non comprendano. 
 
 Il significato della parabola è questo:
il seme è la parola di Dio. I semi caduti
lungo la strada sono coloro che l’hanno
ascoltata, ma poi viene il diavolo e 
porta via la Parola dal loro cuore,
perché non avvenga che, credendo,
siano salvati. Quelli sulla pietra
sono coloro che, quando ascoltano,
ricevono la Parola con  gioia,
ma non hanno radici; credono
per un certotempo, ma nel
tempo della prova vengono meno.
Quello caduto in mezzo ai rovi
sono coloro che, dopo aver 
ascoltato, strada facendo
si lasciano soffocare da preoccupazioni,
ricchezze e piaceri della vita
e non giungono a maturazione.
Quello sul terreno buono sono 
coloro che, dopo aver ascoltato
la Parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con
perseveranza.

                             ----capitolo 8----
 
 


     Nessuno accende una lampada e
la copre con un vaso o la mette sotto
un letto, ma la pone su un candelabro,
perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che
non sia manifestato, nulla di
nascosto che non sia conosciuto
e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a
come ascoltate; perché a chi ha,
 sarà dato, ma a chi non ha, sarà
tolto anche ciò che crede di avere».

                           ----capitolo 8----
 
 


    E andarono da lui la madre e i
suoi fratelli, ma non potevano
avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere:
«Tua madre e i tuoi fratelli stanno
fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro:
«Mia madre e miei fratelli
sono questi : coloro che ascoltano
la parola di Dio e la mettono in pratica».

                        ----capitolo 8----
 
 


    E avvenne che, uno di quei giorni,
Gesù salì su una barca con i suoi
discepoli e disse loro:
«Passiamo all’altra riva del lago».
E presero il largo.
Ora, mentre navigavano, egli si
addormentò. Una tempesta di vento
si abbatté sul lago, imbarcavano
acqua ed erano in pericolo. Si
accostarono a lui e lo svegliarono dicendo:
«Maestro, maestro, siamo perduti!».
Ed egli, destatosi, minacciò il vento 
e le acque in tempesta :si calmarono
e ci fu bonaccia. Allora disse loro:
«Dov’è la vostra fede?».
Essi, impauriti e stupiti,
dicevano l’un l’altro:
«Chi è dunque costui, che
comanda anche ai venti e
all’acqua, e gli obbediscono?».

                                 ----capitolo 8----
 
 


    Approdarono nel paese dei
Gerasèni, che sta di fronte
 alla Galilea. Era appena sceso
 a terra, quando dalla città
gli venne incontro un uomo
posseduto dai demòni. Da molto
tempo non portava vestiti, né
abitava in casa, ma in mezzo
alle tombe. Quando vide Gesù,
gli si gettò ai piedi urlando,
e disse a gran voce:
«Che vuoi da me, Gesù, Figlio
del Dio altissimo?
Ti prego, non tormentarmi!».
Gesù aveva ordinato allo spirito
impuro di uscire da quell’uomo.
Molte volte infatti si era 
impossessato di lui; allora lo
tenevano chiuso, legato con
catene e con i ceppi ai piedi,
ma egli spezzava i legami e
veniva spinto dal demonio
in luoghi deserti. 
Gesù gli domandò:
«Qual è il tuo nome?».
Rispose:
«Legione», perché molti demòni
erano entrati in lui.
E lo scongiuravano che non
ordinasse loro di andarsene
nell’abisso. Vi era là una grande
mandria di porci, al pascolo sul 
monte. I demòni lo scongiurarono
che concedesse loro di entrare
nei porci. Glielo permise.
I demòni, usciti dall’uomo,
entrarono nei porci e la mandria
si precipitò, giù dalla rupe,
nel lago e annegò.
Quando videro ciò che era
accaduto, i mandriani fuggirono e
portarono la notizia nella città e
nelle campagne. La gente uscì per
vedere l’accaduto e, quando 
arrivarono da Gesù,trovarono
l’uomo dal quale erano usciti
i demòni, vestito e sano di mente,
che sedeva ai piedi di Gesù,
ed ebbero paura.Quelli che avevano 
visto riferirono come l’indemoniato era
stato salvato. Allora tutta la popolazione 
del territorio dei Gerasèni gli chiese che
si allontanasse da loro, perché avevano 
molta paura. Egli, salito su una barca,
tornò indietro.L’uomo dal quale erano 
usciti i demòni gli chiese di restare con lui,
ma egli lo congedò dicendo:
«Torna a casa tua e racconta quello
che Dio ha fatto per te».
E quello se ne andò, proclamando
per tutta la città quello che Gesù
aveva fatto per lui.


                             ----capitolo 8----
 
 
 


     Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti
erano in attesa di lui. Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro,
che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo
pregava di recarsi a casa sua, perché l’unica figlia che aveva,
 di circa dodici anni, stava per morire. 
 Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno.
E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni,
la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non
aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da 
dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente
l’emorragia si arrestò. Gesù disse:
«Chi mi ha toccato?».
Tutti negavano. Pietro allora disse:
«Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia».
Ma Gesù disse:
«Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita
da me».Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere
nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò 
davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato
e come era stata guarita all’istante.Egli le disse:
«Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!». 
 Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del
capo della sinagoga e disse:
«Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro».
Ma Gesù, avendo udito, rispose:
«Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata».
Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui,
fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre
della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di 
lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme».
Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; ma egli le
prese la mano e disse ad alta voce: 
«Fanciulla, àlzati!».
La vita ritornò in lei e si alzò all’istante.
Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono
sbalorditi,ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno
ciò che era accaduto.

                           ----capitolo 8----
 


 9   Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i
demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il
regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro:
«Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca,
né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque
casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro
che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere
dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque
annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

                        ----capitolo 9----
 
 
 

     
 Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti
e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano:
«Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri
ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva:
«Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale
 sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. 

                    ----capitolo 9----



    A
l loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello
che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte,
verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo
e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di
Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

                            ----capitolo 9----
 


     
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono
 dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle
campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo
in una zona deserta». Gesù disse loro:
«Voi stessi date loro da mangiare».
Ma essi risposero:
 «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non
andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 
C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli:
«Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa».
Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo,
recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli
perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà
e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

                           ----capitolo 9----
 


    
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare.
I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda:
 «Le folle, chi dicono che io sia?».
Essi  risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri
uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro:
«Ma voi, chi dite che io sia?».
Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.
«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere
rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi,
venire ucciso e risorgere il terzo giorno». 

                           ----capitolo 9----
 
 


    
Poi, a tutti, diceva:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà
la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale
vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma
perde o rovina se stesso?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà
il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre
e degli angeli santi.
In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non
morranno prima di aver visto il regno di Dio».

                       ----capitolo 9----
 
 


      Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con
sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua
veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini
conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella
gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi
a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi
dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria
e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si
separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello 
per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una
per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che
diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì 
con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura.
E dalla nube uscì una voce, che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e
in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano
visto.

                               ----capitolo 9----
 


     Il giorno seguente, quando furono discesi dal monte,
una grande folla gli  venne incontro. A un tratto, dalla folla
un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego, volgi lo sguardo
a mio figlio, perché è l’unico che ho! Ecco, uno spirito lo afferra
 e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli
bava alla bocca,se ne allontana a stento e lo lascia sfinito.
 Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono
riusciti». Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa,
fino a quando sarò con  voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo
figlio». Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a
terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito
 impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre.
E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.

                            ----capitolo 9----
 


     Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che
faceva, disse ai suoi discepoli: Mettetevi bene in mente
 queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere 
consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non
capivano queste parole: restavano per loro così misteriose
che non ne coglievano il senso, e avevano timore 
di interrogarlo su questo argomento. 

                         ----capitolo 9----
 


     Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro
fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del
loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro:
«Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me;
e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi
infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

                        ----capitolo 9----
 
 

    
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo
visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo
abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi».
Ma Gesù gli rispose:
 «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

                     ----capitolo 9----
 
 


   Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe
stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di
mettersi in cammino verso Gerusalemme  e mandò 
messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed
entrarono in un villaggio di  Samaritani per preparargli
l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era 
chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando
videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero:
 «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal 
cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero
in cammino verso un altro villaggio.

                          ----capitolo 9----
 
 


  
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse:
 «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose:
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i 
loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose:
«Signore, permettimi di andare prima a seppellire 
mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano
 i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che
io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose:
«Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro
è adatto per il regno di Dio».

                         ----capitolo 9----
 
 


10  
Dopo questi fatti il Signore designò altri
settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in
ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro:
 «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Pregate dunque il signore della messe, perché mandi
operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando
come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa,
né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare 
nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate,
prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio
della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti 
ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando
e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha
diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa 
all’altra. Quando entrerete in una città e vi
accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto,
guarite i malati che vi si trovano, e dite loro:
“È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando
entrerete in una città e non vi accoglieranno,
uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere
della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, 
noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che
il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno,
Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. 
 Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se
a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che
avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite
di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.
Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate
meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao,
sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi
precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi
disprezza me. E chi disprezza me disprezza
colui che mi ha mandato». 

                 ----capitolo 10----
 
 


      I settantadue tornarono pieni di gioia,
dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono
a noi nel tuo nome». Egli disse loro:
 «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra
serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del
nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi
però perché i demòni si sottomettono a voi;
rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono
scritti nei cieli».

                ----capitolo 10----
 


    
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello
Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre,
Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella
tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal
Padre mio e nessuno sa chi è il  Figlio se non il
Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui
al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
 E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse:
«Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto
vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro,
e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo 
ascoltarono».

                ----capitolo 10----
 
 


    Ed ecco, un dottore della Legge si alzò
per metterlo alla prova e chiese: 
«Maestro, che cosa devo fare per ereditare
la vita eterna?».
Gesù gli disse:
 «Che cosa sta scritto nella Legge?Come leggi?».
Costui rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e
con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te
stesso».
Gli disse:
«Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

           ----capitolo 10----
 
 


    
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù:
 «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e
cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono
via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, 
lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote
scendeva per quella medesima strada e, quando
lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto
in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un
Samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi
olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura,
lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li
diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura 
di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò
al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra
sia stato prossimo di colui che è caduto
nelle mani dei briganti?». Quello rispose:
«Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

            ----capitolo 10----
 
 


     Mentre erano in cammino, entrò in un
villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria,
la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava
la sua parola. Marta invece era distolta per
i molti servizi. Allora si fece avanti e disse:
«Signore, non t’importa nulla che mia sorella
mi abbia lasciata sola a servire? Dille
dunque che mi aiuti». Ma il Signore
le rispose: 
«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti
per molte cose, ma di una cosa sola c’è 
bisogno. Maria ha scelto la parte migliore,
che non le sarà tolta».

         ----capitolo 10----
 
 
 


11   Gesù si trovava in un luogo a
pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi 
 discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a
pregare, come anche Giovanni ha 
 insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro:
«Quando pregate, dite: 
 
Padre, 
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno; 
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 
e perdona a noi i nostri peccati, 
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, 
e non abbandonarci alla tentazione».

               ----capitolo 11--

         

      
Poi disse loro:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte
va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani,
perché è giunto da me un amico da un viaggio
e non ho nulla da offrirgli”, e se quello
dall’interno gli risponde: “Non m’importunare,
la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo
a letto, non posso alzarmi per darti i pani”,
vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli
perché è suo amico, almeno per la sua
invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene
occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato,
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Perché chiunque chiede riceve e chi cerca
trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede
un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più il
Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo
a quelli che glielo chiedono!».

                  ----capitolo 11----
 

    Gesù stava scacciando un demonio
che era muto. Uscito il demonio, il muto 
cominciò a parlare e le folle furono
prese da stupore. Ma alcuni dissero:
«È per mezzo di Beelzebùl, capo dei
demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova,
gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse:
«Ogni regno diviso in se stesso va
in rovina e una casa cade sull’altra.
Ora, se anche Satana è diviso in se
stesso, come potrà stare in piedi il 
suo regno? Voi dite che io scaccio
i demòni per mezzo di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni per mezzo
di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo
di chi li scacciano? Per questo saranno
loro i vostri giudici. Se invece io scaccio
i demòni con il dito di Dio, allora è
giunto a voi il regno di Dio. 
 Quando un uomo forte, bene armato,
fa la guardia al suo palazzo, ciò che 
possiede è al sicuro. Ma se arriva
uno più forte di lui e lo vince, gli
strappa via le armi nelle quali confidava
e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me,
e chi non raccoglie con me disperde. 
 Quando lo spirito impuro esce dall’uomo,
si aggira per luoghi deserti cercando
sollievo e, non trovandone, dice:
“Ritornerò nella mia casa, da cui sono 
uscito”. Venuto, la trova spazzata e
 adorna. Allora va, prende altri sette spiriti 
peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora.
E l’ultima condizione di quell’uomo
diventa peggiore della prima».

            ----capitolo 11----
 


     Mentre diceva questo, una donna
dalla folla alzò la voce e gli disse:
«Beato il grembo che ti ha portato e il
seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse:
«Beati piuttosto coloro che ascoltano
la parola di Dio e la osservano!».

        ----capitolo 11----
 
 
 

      Mentre le folle si accalcavano,
Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione
malvagia; essa cerca un segno, ma non
le sarà dato alcun segno, se non il segno
di Giona. Poiché, come Giona fu un
segno per quelli di Ninive, 
così anche il Figlio dell’uomo lo sarà
per questa generazione. Nel giorno del 
giudizio, la regina del Sud si alzerà
contro gli uomini di questa generazione
e li condannerà, perché ella venne
dagli estremi confini della terra per
ascoltare la sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno più grande
di Salomone. Nel giorno del giudizio,
gli abitanti di Ninive si alzeranno
contro questa generazione e la 
condanneranno, perché essi
alla predicazione di Giona si
convertirono. Ed ecco, qui vi è uno
più grande di Giona.
 
    ----capitolo 11----
 


     Nessuno accende una lampada
e poi la mette in un luogo nascosto o
sotto il moggio, ma sul candelabro,
perché chi entra veda la luce.
La lampada del corpo è il tuo occhio.
Quando il tuo occhio è semplice,
anche tutto il tuo corpo è luminoso; 
ma se è cattivo, anche il tuo corpo è
tenebroso. Bada dunque che la luce
che è in te non sia tenebra.
Se dunque il tuo corpo è tutto
luminoso, senza avere alcuna 
parte nelle tenebre, sarà tutto
nella luce, come quando la
lampada ti illumina con il suo fulgore».

           ----capitolo 11----
 


     Mentre stava parlando, un fariseo
lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a 
tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che
non avesse fatto le abluzioni prima del 
pranzo. Allora il Signore gli disse:
 «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere
e del piatto, ma il vostro interno è pieno
di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che
ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche
l’interno? Date piuttosto in elemosina 
quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto
sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che 
pagate la decima sulla menta, sulla ruta
e su tutte le erbe, e lasciate da parte la 
giustizia e l’amore di Dio. Queste invece
erano le cose da fare, senza trascurare 
quelle. Guai a voi, farisei, che amate i
primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle 
piazze. Guai a voi, perché siete come quei
sepolcri che non si vedono e la gente vi 
passa sopra senza saperlo».

           ----capitolo 11----
 


    Intervenne uno dei dottori della Legge
 e gli disse: «Maestro, dicendo questo, 
tu offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori
della Legge, che caricate gli uomini di
pesi insopportabili, e quei pesi voi non li
toccate nemmeno con un dito!
Guai a voi, che costruite i sepolcri dei
profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
Così voi testimoniate e approvate le
opere dei vostri padri: essi li uccisero e 
voi costruite. Per questo la sapienza di Dio
ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli
ed essi li uccideranno e perseguiteranno”,
perché a questa generazione sia chiesto
conto del sangue di tutti i profeti,
versato fin dall’inizio del mondo:
dal sangue di Abele fino al sangue di
Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e
il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto
conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete
portato via la chiave della conoscenza;
voi non siete entrati, e a quelli che volevano
entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei
cominciarono a trattarlo in modo 
ostile e a farlo parlare su molti argomenti,
tendendogli insidie, per sorprenderlo 
in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

               ----capitolo 11----
 
 


12   
Intanto si erano radunate
migliaia di persone,al punto che si
calpestavano a vicenda, e Gesù
cominciò a dire anzitutto ai suoi
discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito
dei farisei, che è l’ipocrisia.
Non c’è nulla di nascosto che non
sarà svelato, né di segreto
che non sarà conosciuto. Quindi ciò
che avrete detto nelle tenebre sarà
udito in piena luce, e ciò che avrete
detto all’orecchio nelle stanze più
interne sarà annunciato dalle
terrazze.

                   ----capitolo 12----
 


     D
ico a voi, amici miei:
non abbiate paura di quelli che uccidono
il corpo e dopo questo non possono
fare più nulla. Vi mostrerò invece
di chi dovete aver paura: temete colui che,
dopo aver ucciso, ha il potere di gettare
nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui..
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? 
Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato
davanti a Dio. Anche i capelli del  vostro capo
sono tutti contati..
Non abbiate paura: valete più di molti passeri! 

             ----capitolo 12----
 


     Io vi dico: chiunque mi riconoscerà
davanti agli uomini, anche il Figlio 
dell’uomo lo riconoscerà davanti agli
angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà
davanti agli uomini, sarà rinnegato
davanti agli angeli di Dio. 
 Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo,
gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà
lo Spirito Santo, non sarà perdonato. 
 Quando vi porteranno davanti
alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, 
non preoccupatevi di come o di che cosa
discolparvi, o di che cosa dire, perché lo 
 Spirito Santo vi insegnerà in quel momento
ciò che bisogna dire». 

         ----capitolo 12----
 


   Uno della folla gli disse:
«Maestro, di’ a mio
fratello che divida con me l’eredità».
Ma egli rispose:
«O uomo, chi mi ha costituito
giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro:
«Fate attenzione e tenetevi lontani
da ogni cupidigia perché, anche se
uno è nell’abbondanza, la sua vita
non dipende da ciò che egli possiede». 
 Poi disse loro una parabola:
«La campagna di un uomo ricco
aveva dato un raccolto abbondante.
Egli ragionava tra sé:
“Che farò, poiché non ho dove mettere 
i miei raccolti? Farò così – disse –:
demolirò i miei magazzini e ne costruirò
altri più grandi e vi raccoglierò tutto il
grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso:
Anima mia, hai a disposizione molti beni,
per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e 
divèrtiti!”. Ma Dio gli disse:
“Stolto, questa notte stessa ti sarà
richiesta la tua vita. E quello che hai
preparato, di chi sarà?”. Così è di chi
accumula tesori per sé e non si arricchisce
presso Dio».

        ----capitolo 12----
 
 


    Poi disse ai suoi discepoli:
«Per questo io vi dico:
non preoccupatevi per la vita,
di quello che mangerete;
né per il corpo, di quello che
indosserete. La vita infatti
vale più del cibo e il corpo più
del vestito. Guardate i corvi:
non séminano e non mietono,
non hanno dispensa né granaio,
eppure Dio li nutre. Quanto più 
degli uccelli valete voi!
Chi di voi, per quanto si preoccupi,
può allungare anche di poco la
propria vita? Se non potete fare
neppure così poco, perché vi preoccupate 
per il resto? Guardate come crescono
i gigli: non faticano e non filano. Eppure io 
vi dico: neanche Salomone,
 con tutta la sua gloria, vestiva
come uno di loro. Se dunque Dio veste così
bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani
si getta nel forno, quanto più farà per voi,
gente di poca fede. E voi, non state a
domandarvi che cosa mangerete e berrete,
e non state in ansia: di tutte queste cose
vanno in cerca i pagani di questo mondo;
ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. 
Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose
vi saranno date in aggiunta. 
 Non temere, piccolo gregge,
perché al Padre vostro è piaciuto
dare a voi il Regno.

           ----capitolo 12----
 
 


     Vendete ciò che possedete e datelo
in elemosina; fatevi borse che non 
invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli,
dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 
Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche
il vostro cuore.

              ----capitolo 12----
 


       Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e
le lampade accese; siate simili a quelli che
aspettano il loro padrone quando torna dalle
nozze, in modo che, quando arriva e bussa,
gli aprano subito. Beati quei servi che il
padrone al suo ritorno troverà ancora svegli;
in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai
fianchi, li farà mettere a tavola e passerà
a servirli. E se, giungendo nel mezzo della
notte o prima dell’alba, li troverà così,
beati loro! Cercate di capire questo:
se il padrone di casa sapesse a quale ora
viene il ladro, non si lascerebbe scassinare
la casa. Anche voi tenetevi pronti perché,
nell’ora che non immaginate, viene
il Figlio dell’uomo». 
 Allora Pietro disse:
«Signore, questa parabola la dici per noi o
anche per tutti?».
Il Signore rispose:
«Chi è dunque l’amministratore fidato e
prudente, che il padrone metterà a capo
della sua servitù per dare la razione
di cibo a tempo debito? Beato quel servo
che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 
Davvero io vi dico che lo metterà a capo
di tutti i suoi averi. Ma se quel servo 
dicesse in cuor suo:
“Il mio padrone tarda a venire”
e cominciasse a percuotere i servi e le
serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà 
un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora
che non sa, lo punirà severamente e gli 
infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 
 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone,
non avrà disposto o agito secondo la sua
volontà, riceverà molte percosse; quello invece
che, non conoscendola, avrà fatto cose
meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto;
a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. 

            ----capitolo 12----
 


     
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra,
e quanto vorrei che fosse già acceso! 
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato,
e come sono angosciato finché non sia 
compiuto! 
 Pensate che io sia venuto a portare pace
sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono
cinque persone, saranno divisi tre contro
due e due contro tre; si divideranno
padre contro figlio e figlio contro 
padre, madre contro figlia e figlia contro
madre, suocera contro nuora e nuora 
contro suocera».

         ----capitolo 12----
 
 


    Diceva ancora alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, 
subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade.
E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”,
e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto
della terra e del cielo; come mai questo tempo
non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi 
stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario
davanti al magistrato, lungo la strada
cerca di trovare un accordo con lui,
per evitare che ti trascini davanti al giudice e
il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e
costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai
di là finché non avrai pagato fino all’ultimo 
spicciolo». 

              ----capitolo 12----
 
 
 


13  
In quello stesso tempo si presentarono alcuni
a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato
aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 
Prendendo la parola, Gesù disse loro:
«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti
i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico,
ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di
Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di
tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico,
ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
 
               ----capitolo 13----


 
 
 

    Diceva anche questa parabola:
«Un tale aveva piantato un albero di fichi 
nella sua vigna e venne a cercarvi frutti,
ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: 
“Ecco, sono tre anni che vengo a cercare
frutti su quest’albero, ma non ne trovo. 
Taglialo dunque! Perché deve sfruttare
il terreno?”. Ma quello gli rispose: 
“Padrone, lascialo ancora quest’anno,
finché gli avrò zappato attorno e avrò
messo il concime. Vedremo se porterà
frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

             ----capitolo 13----

 
 


    Stava insegnando in una sinagoga
in giorno di sabato. C’era là una donna 
che uno spirito teneva inferma da
diciotto anni; era curva e non riusciva
in alcun modo a stare diritta. Gesù la
vide, la chiamò a sé e le disse:
 «Donna, sei liberata dalla tua malattia».
Impose le mani su di lei e subito quella si
 raddrizzò e glorificava Dio. 
 Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché
Gesù aveva operato quella guarigione di
sabato, prese la parola e disse alla folla:
«Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare;
in quelli dunque venite a farvi guarire e
non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò:
«Ipocriti, non è forse vero che, di sabato,
ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino
dalla mangiatoia, per condurlo ad
abbeverarsi? E questa figlia di Abramo,
che Satana ha tenuto prigioniera per ben
diciotto anni, non doveva essere liberata
da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i
suoi avversari si vergognavano, mentre
la folla intera esultava per tutte le 
meraviglie da lui compiute.

         ----capitolo 13----
 
 


     Diceva dunque:
 «A che cosa è simile il regno di Dio, e a
che cosa lo posso paragonare? È simile a
un granello di senape, che un uomo prese
e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne
un albero e gli uccelli del cielo vennero a
fare il nido fra i suoi rami». 
 E disse ancora:
 «A che cosa posso paragonare il regno di
Dio? È simile al lievito, che una donna
prese e mescolò in tre misure di farina,
finché non fu tutta lievitata». 
 Passava insegnando per città e villaggi,
mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese:
 «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». 
Disse loro:
«Sforzatevi di entrare per la porta stretta,
perché molti, io vi dico, cercheranno di
entrare, ma non ci riusciranno. Quando il
padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta,
voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla
porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi
risponderà: “Non so di dove siete”. Allora 
comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e
bevuto in tua presenza e tu hai insegnato 
nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà:
“Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da
me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti,
quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e
tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece
cacciati fuori. Verranno da oriente e da
occidente, da settentrione e da mezzogiorno
e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi,
e vi sono primi che saranno ultimi».

           ----capitolo 13----
 
 


     In quel momento si avvicinarono
alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via 
di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella 
volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio
guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno
la mia opera è compiuta. Però è necessario
che oggi, domani e il giorno seguente io
prosegua nel cammino, perché non è
possibile che un profeta muoia fuori di
Gerusalemme”. 
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che
uccidi i profeti e lapidi quelli che sono 
stati mandati a te: quante volte ho voluto
raccogliere i tuoi figli, come una chioccia 
i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete
voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata
a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete,
finché verrà il tempo in cui direte:
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

            ----capitolo 13----
 
 


14     Un sabato si recò a casa di uno
dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano
a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un
uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori
della Legge e ai farisei, Gesù disse:
 «È lecito o no guarire di sabato?».
Ma essi tacquero.
Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro:
«Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel
pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di
sabato?».
E non potevano rispondere nulla a queste parole.

            ----capitolo 14----
 
 


     Diceva agli invitati una parabola,
notando come sceglievano i primi posti: 
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno,
non metterti al primo posto, perché non ci
sia un altro invitato più degno di te, e colui
che ha invitato te e lui venga a dirti:
“Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna
occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei
invitato, va’ a metterti all’ultimo posto,
perché quando viene colui che ti ha invitato
ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne
avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato,
 e chi si umilia sarà esaltato».

          ----capitolo 14----
 
 


     D
isse poi a colui che l’aveva invitato:
 «Quando offri un pranzo o una cena, non
invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i
tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro
volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il
contraccambio. Al contrario, quando offri un
banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.
Riceverai infatti la tua ricompensa alla
risurrezione dei giusti».

          ----capitolo 14----
 
 


     Uno dei commensali, avendo udito questo,
gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose:
«Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli
invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo
l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse:
“Ho comprato un campo e devo andare a vederlo;
ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato
cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di
scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato
e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì
tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa,
adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e
per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi,
i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato
fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e
lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia
casa si riempia. 
Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati
invitati gusterà la mia cena”».

              ----capitolo 14----
 
 


     
Una folla numerosa andava con lui.
Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto
 ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli,
le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio
discepolo. Colui che non porta la propria croce e non
viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede
prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi
per portarla a termine? Per evitare che, se getta le 
fondamenta e non è in grado di finire il lavoro,
tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
“Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace
di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in
guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare
se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene
incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora
lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi,
non può essere mio discepolo.

                ----capitolo 14----
 
 


    
Buona cosa è il sale, ma se anche il sale perde
il sapore, con che cosa verrà salato? Non serve né
per la terra né per il concime e così lo buttano via.
Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti».

            ----capitolo 14----
 
 


15     Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani
e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e
mangia con loro». 
 Ed egli disse loro questa parabola: 
 «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una,
non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca
di quella perduta, finché non la trova? Quando
l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle,
va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro:
“Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia
pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così  vi sarà gioia nel cielo per un
solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno
di conversione.

             ----capitolo 15----
 
 


    
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e
ne perde una, non accende la lampada e spazza
la casa e cerca accuratamente finché non la trova?
E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine,
e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la
moneta che avevo perduto”.
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio
per un solo peccatore che si converte». 

              ----capitolo 15----
 


     Disse ancora:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due
disse al padre: “Padre, dammi la parte di
patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro 
le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più
giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un
paese lontano e là sperperò il suo patrimonio
vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso
tutto, sopraggiunse in quel paese una grande 
carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora andò a mettersi al servizio di uno degli
abitanti di quella regione, che lo mandò nei
suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto
saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i
porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora
ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio
padre hanno pane in abbondanza e io qui
muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre 
e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei
tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. 
 Quando era ancora lontano, suo padre lo
vide, ebbe compassione, gli corse incontro,
gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli
disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai
servi: “Presto, portate qui il vestito più bello
e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al
dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello
grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo
festa, perché questo mio figlio era morto ed 
è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”. E cominciarono a far festa. 
 Il figlio maggiore si trovava nei campi.
Al ritorno, quando fu vicino a casa, 
udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi
e gli domandò che cosa fosse tutto questo.
Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo
padre ha fatto ammazzare il vitello grasso,
perché lo ha riavuto sano e salvo”.
Egli si indignò, e non voleva entrare.
Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da
tanti anni e non ho mai disobbedito a un
tuo comando, e tu non mi hai mai dato un
capretto per far festa con i miei amici. Ma
ora che è tornato questo tuo figlio, il quale
ha divorato le tue sostanze con le prostitute,
per lui hai ammazzato il vitello grasso”.
Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre
con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché
questo tuo fratello era morto ed è tornato
in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

           ----capitolo 15----
 
 


 16    Diceva anche ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi 
fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te?
Rendi conto della tua amministrazione, perché
non potrai più amministrare”. L’amministratore
disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio 
 padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare,
non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io
che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato 
dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi
accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori
del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi
al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”.
Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e
scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro:
“Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”.
Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto,
perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo
mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei
figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici
con la ricchezza disonesta, perché, quando questa 
verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. 
 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in
cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto,
è disonesto anche in cose importanti. Se dunque 
non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta,
chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli
nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 
 Nessun servitore può servire due padroni,
perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si
affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.
Non potete servire Dio e la ricchezza».

              ----capitolo 16----
 
 


    
I farisei, che erano attaccati al denaro,
ascoltavano tutte queste cose e si facevano
beffe di lui.
Egli disse loro:
 «Voi siete quelli che si ritengono giusti 
davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri
cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato,
davanti a Dio è cosa abominevole. 
La Legge e i Profeti fino a Giovanni:
da allora in poi viene annunciato il regno di
 Dio e ognuno si sforza di entrarvi. 
È più facile che passino il cielo e la terra,
anziché cada un solo trattino della Legge.

          ----capitolo 16----

 

    
Chiunque ripudia la propria moglie e
ne sposa un’altra, commette adulterio; 
 chi sposa una donna ripudiata dal marito,
commette adulterio.

        ----capitolo 16----
 
 


    C’era un uomo ricco, che indossava vestiti
di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si
dava a lauti banchetti. Un povero, di nome
Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe,
bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a
leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e
fu portato dagli angeli accanto ad Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi
fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, 
e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse:
“Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro
a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi
la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita,
tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali;   
ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece
sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi 
e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di
qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì
possono giungere fino a noi”. E quello replicò:
 “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a
casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li 
ammonisca severamente, perché non vengano
anch’essi in questo luogo di tormento”.
Ma Abramo rispose:
“Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”.
E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti
qualcuno andrà da loro, si convertiranno”.
Abramo rispose:
“Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno 
persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

             ----capitolo 16----
 
 
 

17       D
isse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a 
 causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga
messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel
mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 
State attenti a voi stessi!

          ----capitolo 17----
 
 


      Se il tuo fratello commetterà una colpa,
rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se
commetterà una colpa sette volte al giorno
contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo:
“Sono pentito”, tu gli perdonerai».

             ----capitolo 17----
 
 
     

       
Gli apostoli dissero al Signore:
«Accresci in noi la fede!». Il  Signore rispose: 
 «Se aveste fede quanto un granello di senape,
potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a
piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

           ----capitolo 17----
     
 


     
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a
pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra
dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”?
Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare,
stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché
avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e
berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel
servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto 
quello che vi è stato ordinato, dite:
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto 
dovevamo fare”».

          ----capitolo 17----
 
 


       Lungo il cammino verso Gerusalemme,
Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro
dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e
dissero ad alta voce:
«Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».
 Appena li vide, Gesù disse loro:
«Andate a presentarvi ai sacerdoti».
E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro 
lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti
 a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
Era un Samaritano. Ma Gesù osservò:
«Non ne sono stati purificati dieci?
E gli altri nove dove sono?
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a 
rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».
E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

                  ----capitolo 17----
 


    
I farisei gli domandarono:
«Quando verrà il regno di Dio?».
Egli rispose loro:
«Il regno di Dio non viene in modo da attirare
l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”,
oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di
Dio è in mezzo a voi!».

          ----capitolo 17----
 
 


       Disse poi ai discepoli:
«Verranno giorni in cui desidererete vedere
anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo,
ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”,
oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli.
Perché come la folgore, guizzando, brilla da un
capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel
suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra
molto e venga rifiutato da questa generazione.
Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni
del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano,
prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno
in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece
morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot:
mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, 
piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot
uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li f
ece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il
Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno,
chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue
cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà
nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie
di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà;
ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella
 notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà
portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a
macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e
l’altra lasciata». Allora gli chiesero:
«Dove, Signore?».
Ed egli disse loro:
 «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche
gli avvoltoi».

                       ----capitolo 17----
 
 


 18    Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare
sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né
aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche
una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi
giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo
 egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo
Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa
vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché
non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse:
«Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non
farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e
notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo?
Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il
Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla 
terra?».

                  ----capitolo 18----
 
 


      
Disse ancora questa parabola per alcuni che
avevano l’intima presunzione di essere giusti e
disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era
fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in
piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché
non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e
neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte
alla settimana e pago le decime di tutto quello che
possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non
osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva
il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa 
 sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato,
chi invece si umilia sarà esaltato».

                   ----capitolo 18----
 
 


      
Gli presentavano anche i bambini piccoli perché
li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.
Allora Gesù li chiamò a sé e disse:
«Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite;
a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio.
In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come
l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

                  ----capitolo 18----
 
 


      
Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che cosa
devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
Gesù gli rispose:
«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non
uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo
padre e tua madre».
Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla
giovinezza».
 Udito ciò, Gesù gli disse:
«Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo
ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!».
Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto
ricco. Quando Gesù lo vide così triste, disse:
 «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare
nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare
per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!».
Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?».
Rispose: 
«Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

                          ----capitolo 18----
 


      
Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri
beni e ti abbiamo seguito».
Ed egli rispose:
 «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa
o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non
riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel
tempo che verrà».

                         ----capitolo 18----
 
 


    
Poi prese con sé i Dodici e disse loro:
«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che
fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti
consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di
sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno
risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo;
quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli
aveva detto.

                      ----capitolo 18----
 
 


    
Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo
la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò
che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse;
ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu
vicino, gli domandò:
 «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
Egli rispose:
 «Signore, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse:
«Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio.
E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

                            ----capitolo 18----
 
 


19      Entrò nella città di Gerico e la stava
attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo,
capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era
Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché
era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire
a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare
di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e
gli disse:
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a
casa tua».
Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò,
tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore:
«Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri
e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 
Gesù gli rispose:
«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’
egli è figlio di Abramo.Il Figlio dell’uomo infatti è venuto
a cercare e a salvare ciò che era perduto».

                      ----capitolo 19----
 
 


    
Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse
ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme
ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi
da un momento all’altro. Disse dunque:
«Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano,
per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci
dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo:
“Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini
lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a
dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”.
Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece
chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per
sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il
primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate
dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato
fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si
presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro
ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure
sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e
disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto
nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un
uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito
e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle
tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che
sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo
in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché
allora non hai consegnato il mio denaro a una banca?
Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi
ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui
che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”.
“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà
tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non
volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e
uccideteli davanti a me”».

                        ----capitolo 19----
 
 


    
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a
tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino
a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi,
inviò due discepoli dicendo:
«Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un
puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno.
Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda:
“Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha
bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto.
Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro:
«Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore
ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati
i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre
egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.
Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi,
quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò
a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano
veduto, dicendo: 
 

«Benedetto colui che viene, 
il re, nel nome del Signore. 
Pace in cielo 
e gloria nel più alto dei cieli!». 
 
 Alcuni farisei tra la folla gli dissero:
«Maestro, rimprovera i tuoi discepoli».
Ma egli rispose:
«Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

                  ----capitolo 19----
 


      
Quando fu vicino, alla vista della città
pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno,
quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto
ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi
nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno
e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te
 e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te
pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il
tempo in cui sei stata visitata».

                ----capitolo 19----
 
 


   Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare
quelli che vendevano, dicendo loro:
«Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. 
 Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
 Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei
sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e
così anche i capi del popolo; ma non sapevano
che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva
dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

               ----capitolo 19----
 
 


20  
Un giorno, mentre istruiva il popolo
nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero
i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si
rivolsero a lui dicendo:
«Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è
che ti ha dato questa autorità».
E Gesù rispose loro:
«Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo
di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?».
Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo:
“Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”.
Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci
lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta».
Risposero quindi di non saperlo.
E Gesù disse loro:
«Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

                   ----capitolo 20----
 
 


      Poi prese a dire al popolo questa parabola:
«Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei
contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al 
momento opportuno, mandò un servo dai contadini
perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna.
Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a
mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono
anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani
vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo 
ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della
vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato,
forse avranno rispetto per lui!”. Ma i contadini, appena
lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è
l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo
cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà
dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire
quei contadini e darà la vigna ad altri».
Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo
sguardo su di loro e disse:
«Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: 
 
La pietra che i costruttori hanno scartato 
è diventata la pietra d’angolo? 
 
 Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul
quale essa cadrà verrà stritolato». 
 In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono
di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo.
Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta
per loro. 
 


                     ----capitolo 20----
 
 
 

     Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si
fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare
e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore.
Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e
insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno,
ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o
no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto
della loro malizia, disse:
«Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?».
Risposero: «Di Cesare».
Ed egli disse:
«Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che
è di Dio a Dio».
Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte
al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

                       ----capitolo 20----
 
 


     Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono
che non c’è risurrezione  – e gli posero questa domanda:
«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di
qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello
prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.
C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso
moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il
terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da
ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla
risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno
avuta in moglie».
Gesù rispose loro:
 «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;
ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della
risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito:
infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli
e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che
poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito
del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di 
Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi;
perché tutti vivono per lui». 
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene».E
non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

                            ----capitolo 20----
 


      Allora egli disse loro:
«Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide,
se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: 
 
Disse il Signore al mio Signore: 
Siedi alla mia destra 
finché io ponga i tuoi nemici 
come sgabello dei tuoi piedi? 
 
 Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo
figlio?».

                         ----capitolo 20----
 
 


  
     Mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe
vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere
i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti ; divorano
le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi
riceveranno una condanna più severa».

                                ----capitolo 20----
 
 


21     Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro
offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera,
che vi gettava due monetine, e disse:
«In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più
di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta
parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha
gettato tutto quello che aveva per vivere».

                           ----capitolo 21----
 


      Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato
di belle pietre e di doni votivi, disse:
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà
lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
 Gli domandarono:
«Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale
sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».

                     ----capitolo 21----
 


   Rispose:
«Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno
nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.
Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e
di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono
avvenire queste cose, ma non è subito la fine». 
 Poi diceva loro:
«Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e
vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze;
vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
 Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni,
trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.
Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi
dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi
darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non
potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai
genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno
alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma
nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

                        ----capitolo 21----
 
 


  
 Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora
sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si
trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono
dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna
non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta,
affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni
guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché
vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte
le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i
tempi dei pagani non siano compiuti.

                    ----capitolo 21----
 
 


    Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla
terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei
flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa
di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti
saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su
una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad
accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la
 vostra liberazione è vicina». 
 E disse loro una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già
germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate
è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose,
sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico:
non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

                      ----capitolo 21----
 
 


     State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si
appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della
vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso;
come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che
abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento
pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che
sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e
pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. E tutto il
popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.

                           ----capitolo 21----
 
 


22     Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata
Pasqua, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo
toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo. Allora Satana entrò
in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò
a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul
modo di consegnarlo a loro. Essi si rallegrarono e concordarono di
dargli del denaro. Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia
per consegnarlo a loro, di nascosto dalla folla.

                     ----capitolo 22----
 
 


     Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva
 immolare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni
dicendo:
«Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare
la Pasqua».
Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?».
Ed egli rispose loro:
«Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che
porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui
entrerà. Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice:
Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con
i miei discepoli?”. Egli  vi mostrerà al piano superiore
una sala, grande e arredata; lì preparate».
Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e
prepararono la Pasqua.
Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli
con lui, e disse loro: 
«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi,
prima della mia passione, perché io vi dico: non la
mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».
E, ricevuto un calice, rese grazie e disse:
«Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico:
da questo momento non berrò più del frutto della vite, 
finché non verrà il regno di Dio».

                              ----capitolo 22----



  

   P
oi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro
dicendo:
«Questo è il mio corpo, che è dato per  voi ; fate questo
in  memoria di me».
E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: 
«Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che
è versato per voi».

                        ----capitolo 22----

 


     «
Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce
è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se
ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a
quell’uomo dal quale egli viene tradito!».
Allora essi cominciarono a domandarsi l’un
l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

                ----capitolo 22----
 
 


   E nacque tra loro anche una discussione :
chi di loro fosse da considerare più grande.
Egli disse:
«I re delle nazioni le governano, e coloro
che hanno potere su di esse sono chiamati
benefattori. Voi però non fate così ; ma chi
tra voi è più grande diventi come il più
giovane, e chi governa come colui che serve.
Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o
chi serve? Non è forse colui che sta a
tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come
colui che serve. 

                ----capitolo 22----
 


     Voi siete quelli che avete perseverato
con me nelle mie prove e io preparo per voi un
regno, come il Padre mio l’ha preparato per me,
perché mangiate e beviate alla mia mensa nel
mio regno. E siederete in trono a giudicare le
dodici tribù d’Israele.

                      ----capitolo 22----
 
 


     Simone, Simone, ecco: Satana vi ha
cercati per vagliarvi come il grano; ma io
ho pregato per te, perché la tua fede non
venga meno. E tu, una volta convertito, 
conferma i tuoi fratelli».
E Pietro gli disse:
«Signore, con te sono pronto ad andare
anche in prigione e alla morte».
Gli rispose:
«Pietro, io ti dico: oggi il gallo non
canterà prima che tu, per tre volte,
abbia negato di conoscermi».

            ----capitolo 22----
 
 


  
Poi disse loro:
«Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca,
né sandali, vi è forse mancato qualcosa?».
Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse:
«Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi
ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello 
e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi
in me questa parola della Scrittura:
E fu annoverato tra gli empi.
Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo
compimento».
Ed essi dissero:
«Signore, ecco qui due spade».
Ma egli disse:
«Basta!».

                   ----capitolo 22----
 
 


  
 Uscì e andò, come al solito, al monte
degli Ulivi ; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro:
«Pregate, per non entrare in tentazione». 
Poi si allontanò da loro circa un tiro di
sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo:
«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 
Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo
sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò
che dormivano per la tristezza. E disse loro:
«Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare
in tentazione».

                   ----capitolo 22----
 
 


     Mentre ancora egli parlava, ecco
giungere una folla ; colui che si chiamava Giuda,
uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù
per baciarlo. Gesù gli disse:
«Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?».
Allora quelli che erano con lui , vedendo ciò che
stava per accadere, dissero:
«Signore, dobbiamo colpire con la spada?».
E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli 
staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo:
«Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. 
 Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui ,
capi dei sacerdoti , capi delle guardie del tempio e
anziani:
«Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni.
Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le 
mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

                                ----capitolo 22----
 
 


  
Dopo averlo catturato, lo condussero via e
lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro
lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in 
mezzo al cortile e si erano seduti attorno ; anche Pietro
sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide
seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, 
disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo:
«O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide
e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose:
«O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro
insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti
è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello
che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava,
un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo
sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che
il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti,
oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori,
pianse amaramente.

                     ----capitolo 22----
 
 


     E intanto gli uomini che avevano in custodia
Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano
gli occhi e gli dicevano:
«Fa’ il profeta! Chi è che ti ha  colpito?».
E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

                   ----capitolo 22----
 
 


   Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli
anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli
scribi ; lo condussero davanti al loro sinedrio e gli
dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro:
«Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo,
non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’
uomo siederà alla destra della potenza di Dio».
Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di 
Dio?».
Ed egli rispose loro:
«Voi stessi dite che io lo sono».
E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di
testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla
sua bocca».

               ----capitolo 22----
 
 
 
 


    23    Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero
da Pilato e cominciarono ad accusarlo:
«Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione
il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e
affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò:
 «Sei tu il re dei Giudei?».
Ed egli rispose:
«Tu lo dici».
Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla:
«Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna».
Ma essi insistevano dicendo:
«Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea,
dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». 
Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e,
saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a
Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

                        ----capitolo 23----
 


      Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto.
Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per
averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche
miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte
domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti
anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano
nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati,
lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una 
splendida veste e lo rimandò a Pilato.
In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro;
prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

                    ----capitolo 23----
 


      Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e
il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come
agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a
voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe
di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha
rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la
morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà».
Ma essi si misero a gridare tutti insieme:
«Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!».
Questi era stato messo in prigione per una rivolta,
scoppiata in città, e per omicidio. 
Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere
in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!».
Ed egli, per la terza volta, disse loro:
«Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui
nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò
in libertà».
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo 
che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano.

                        ----capitolo 23----
 


  
Pilato allora decise che la loro richiesta
venisse eseguita. Rimise in libertà colui che
era stato messo in prigione per rivolta e omicidio,
e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro
volere.

                      ----capitolo 23----
 
 

   Mentre lo conducevano via, fermarono un certo
Simone di  Cirene, che tornava dai campi, e gli misero
addosso la croce, da portare dietro a Gesù. 
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne,
che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: 
«Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno
giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che 
non hanno generato e i seni che non hanno allattato”.
Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e
alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde,
che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti
a morte anche altri due, che erano malfattori.

                          ----capitolo 23----
 
 


   Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio,
vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e
l’altro a sinistra.
Gesù diceva:
«Padre, perdona loro perché non sanno quello che
fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 
Il popolo stava a vedere ; i capi invece lo
deridevano dicendo:
«Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il
Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano
per porgergli dell’aceto e dicevano:
«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
Sopra di lui c’era anche una scritta:
«Costui è il re dei Giudei». 
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:
«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».
L’altro invece lo rimproverava dicendo:
«Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato
alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo
quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli
invece non ha fatto nulla di male».
E disse:
«Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose:
«In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

                 ----capitolo 23----
 
 


   
Era già verso mezzogiorno e si fece buio
su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio,
perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio
si squarciò a metà. 
Gesù, gridando a gran voce, disse:
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».
Detto questo, spirò. 
 Visto ciò che era accaduto, il centurione dava
gloria a Dio dicendo: 
«Veramente quest’uomo era giusto».
Così pure tutta la folla che era venuta a 
vedere questo spettacolo, ripensando a quanto
era accaduto, se ne tornava battendosi il petto.
Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano
seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a
guardare tutto questo.

            ----capitolo 23----
 
 


   Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe,
membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non
aveva aderito alla decisione e all’operato degli
altri. Era di Arimatea, una città della Giudea,
e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a 
Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla
croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un
sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno
era stato ancora sepolto. Era il giorno della
Parasceve e già splendevano le luci del sabato.
Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea
seguivano Giuseppe ; esse osservarono il sepolcro
e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono 
indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno
di sabato osservarono il riposo come era prescritto. 

                ----capitolo 23----
 


24    Il primo giorno della settimana, al
mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando
con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la 
pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non
trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si
domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due
uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante.
Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra,
ma quelli dissero loro:
 «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 
Non è qui, è risorto.
Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e 
diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato
in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal
sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e
a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e
Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con
loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle
parole parvero a loro come un vaneggiamento e non
credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al
sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro,
pieno di stupore per l’accaduto.

                     ----capitolo 24----
 


 Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in
 cammino per un  villaggio di nome Èmmaus, distante circa
undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra
 loro di tutto qu
ello che era accaduto. Mentre conversavano e 
discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava
con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro:
«Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo
il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa,
gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è
accaduto in questi giorni?».
Domandò loro: «Che cosa?».
Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu
profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a
tutto il popolo ; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità
lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato 
Israele ; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste
cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno
sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo
trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche 
una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni
dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano
detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro:
«Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze
per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da
tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva
a lui. 
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece
come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero:
«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro,
prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì
dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro :
«Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava
con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove
trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali
dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».
Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come 
l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

                    ----capitolo 24----
 


   Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù
in persona stette in mezzo a loro e disse:
«Pace a voi!».
Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un 
fantasma. Ma egli disse loro:
 «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel 
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi :
sono proprio io! Toccatemi e guardate ; un fantasma
non ha carne e ossa, come vedete che io ho».
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma
poiché per la gioia non credevano ancora ed erano
pieni di stupore, disse:
«Avete qui qualche cosa da mangiare?».
Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli
lo prese e lo mangiò davanti a loro.

            ----capitolo 24----
 
 


  Poi disse:
«Sono queste le parole che io vi dissi
quando ero ancora con voi: bisogna che
si compiano tutte le cose scritte su di
me nella legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi».
Allora aprì loro la mente per
comprendere le Scritture e 
disse loro:
«Così sta scritto: il Cristo patirà e
risorgerà dai morti il terzo giorno, e 
nel suo nome saranno predicati a
tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando
da Gerusalemme. Di questo voi
siete testimoni. Ed ecco, io mando
su di voi colui che il Padre mio ha
promesso ; ma voi restate in città,
finché non siate rivestiti di potenza
dall’alto».

        ----capitolo 24----
 
 


   Poi li condusse fuori verso Betània e,
alzate le mani, li benedisse. Mentre li 
benediceva, si staccò da loro e veniva
portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono 
davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme
con grande gioia e stavano sempre nel tempio
lodando Dio. 

             ----capitolo 24----